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Radio Cristiana FHL
Bible Stream
‘Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco, della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. Rut, la Moabita, disse a Naomi: «Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale avrò trovato grazia». E lei le rispose: «Va’, figlia mia». Rut andò e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso si trovò nella parte di terra appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelec. Ed ecco che Boaz giunse da Betlemme e disse ai mietitori: «Il Signore sia con voi!» E quelli gli risposero: «Il Signore ti benedica!» Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: «Di chi è questa fanciulla?» Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: «È una fanciulla moabita; quella che è tornata con Naomi dalle campagne di Moab. Lei ci ha detto: “Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe cadute dai mannelli dietro ai mietitori”. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora; soltanto adesso si è seduta nella casa per un po’». Allora Boaz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia: non andare a spigolare in un altro campo, e non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve; guarda qual è il campo che si miete, e va’ dietro a loro. Ho ordinato ai miei servi che non ti tocchino; e quando avrai sete, andrai a bere dai vasi l’acqua che i servi avranno attinta». Allora Rut si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra, e gli disse: «Come mai ho trovato grazia agli occhi tuoi, così che tu presti attenzione a me che sono una straniera?» Boaz le rispose: «Mi è stato riferito tutto quello che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo per venire a un popolo che prima non conoscevi. Il Signore ti dia il contraccambio di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte del Signore , del Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!» Lei gli disse: «Possa io trovare grazia agli occhi tuoi, o mio signore! Poiché tu m’hai consolata e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve». Poi, al momento del pasto, Boaz le disse: «Vieni qua, mangia del pane e intingi il tuo boccone nell’aceto». E lei si mise seduta accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito e lei ne mangiò, si saziò e ne mise da parte gli avanzi. Poi si alzò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest’ordine ai suoi servi: «Lasciatela spigolare anche fra i mannelli e non offendetela! Strappate anche per lei delle spighe dai covoni, e lasciatele lì perché le raccolga, e non la sgridate!» Così lei spigolò nel campo fino alla sera; batté quello che aveva raccolto, e ne ricavò circa un efa d’orzo. Se lo caricò addosso, entrò in città e sua suocera vide ciò che aveva spigolato; e Rut tirò fuori quello che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata e glielo diede. ‘
Oggi avevo in cuore questi passi della Scrittura.
Rut, una donna moabita, sceglie di lasciare il suo popolo, le sue tradizioni e ogni certezza per seguire la suocera Naomi.
Avrebbe potuto tornare alla sua terra, risposarsi, rifarsi una vita.
Eppure sceglie di soffrire con Naomi, di accompagnarla nella povertà, nella solitudine, nell’incertezza.
Questo ci parla profondamente dell’affetto sincero e del cuore umile di questa donna.
Rut non si limita a una compagnia di cortesia, ma compie un vero e proprio atto di sacrificio e fedeltà.
Nel momento in cui Rut pronuncia quelle parole famose:
«Il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio»
-Rut 1:16 fa una scelta definitiva.
La Scrittura non descrive chiaramente una sua “conversione”, ma quel passo è il segno chiaro di una fede che nasce nel cuore, che prende posizione, che si lascia guidare.
Quando poi Rut arriva nei campi per spigolare, non cerca privilegi.
Si muove con discrezione, con umiltà, desiderando solo trovare grazia agli occhi di qualcuno che la lasci lavorare.
Ma proprio lì, nella sua piccolezza, la grazia di Dio la raggiunge: entra nel campo di Boaz e niente è per caso nei piani di Dio.
Boaz è un uomo giusto, un parente stretto della famiglia di Elimèlech.
Quando vede Rut, domanda chi sia.
E appena scopre la sua storia, comincia a mostrare un amore nascosto profondo, ricco di attenzione e cura:
Le permette di spigolare tra le spighe (cosa normalmente proibita ai poveri).
Ordina ai suoi servi di non molestarla.
Le permette di bere dall’acqua raccolta dai suoi uomini.
La invita a mangiare con i mietitori: «Vieni qui, mangia il pane e intingi il boccone nell’aceto» (Rut 2:14).
Le offre protezione e benedizione spirituale: «Il Signore ti ripaghi per quello che hai fatto […] sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti» (Rut 2:12).
E dà un ordine bellissimo ai suoi servi: «Fate cadere apposta delle spighe dai manipoli» e non sgridatela.
È un amore che non cerca l’attenzione.
Boaz non dice nulla a Rut, non fa annunci, non si mette in mostra.
Tutto è mosso da compassione sincera e disinteressata.
Rut stessa, colpita, gli domanda:
«Perché ho trovato grazia ai tuoi occhi, perché ti interessi di me che sono una straniera?»
-Rut 2:10
Queste parole mi toccano profondamente.
Non è forse la stessa domanda che ci poniamo noi davanti all’amore di Dio?
Quando Egli ci mostra la Sua bontà, quando ci benedice senza che lo meritiamo, quando ci apre porte senza che abbiamo alcun diritto?
È la grazia, la grazia immeritata di Dio.
Hai mai fatto esperienza che Dio ti fa trovare grazia davanti agli occhi delle persone?
Ti trattano con attenzione, ti accolgono, ti stimano… e tu sai bene che non è per merito tuo.
È la grazia di Dio che precede ogni cosa.
La Bibbia ci mostra tanti esempi di persone che hanno trovato grazia:
Giuseppe trovò grazia agli occhi di Potifar (Genesi 39:4) e poi agli occhi del Faraone (Genesi 41:39).
Davide fu amato profondamente da Gionatan, che lo amò “come la propria anima” (1 Samuele 18:1).
Ester trovò grazia davanti al re (Ester 5:2).
Daniele trovò grazia agli occhi del capo degli eunuchi (Daniele 1:9).
Queste persone e molte altre non cercavano favori: la grazia di Dio le precedeva e le accompagnava.
Ma non tutto ciò che si chiama amore è secondo Dio.
Esistono anche modi di “amare” che non nascono da un cuore sincero, e la Bibbia ci mette in guardia:
Favoritismi: «Se fate distinzione di persone, commettete un peccato» (Giacomo 2:9).
Amore con simulazione: «L’amore sia senza ipocrisia» (Romani 12:9).
Amore per interesse: come Giuda, che baciò Gesù per tradirlo (Luca 22:48).
Amore che ama solo chi ci ama: «Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete?» (Matteo 5:46).
Amore apparente: che serve solo a farsi vedere dagli altri (Matteo 6:1-2).
Questi non sono l’amore di Dio.
L’amore vero è quello che Dio ha sparso nei nostri cuori:
«L’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo»
-Romani 5:5
E il modello perfetto di amore è Gesù:
Ha toccato il lebbroso: «Lo voglio, sii purificato» (Marco 1:41)
Ha perdonato la donna adultera.
Ha risposto al cieco Bartimeo: «Che vuoi che io ti faccia?»
Ha pianto per Lazzaro e per Gerusalemme.
Ha lavato i piedi ai suoi discepoli (Giovanni 13:5).
È morto per noi mentre eravamo ancora peccatori (Romani 5:8).
Dio non ama per convenienza, né per tornaconto.
Ama perché Lui è amore.
E oggi, come allora, ci invita ad amare allo stesso modo.
Boaz è una figura profetica di Cristo: un redentore, un uomo di grazia e giustizia, che accoglie la straniera, la protegge, la provvede e alla fine la sposa.
Rut, immagine della Chiesa, trova grazia, viene onorata, viene elevata… e tutto questo senza merito.
Che immagine gloriosa del Vangelo!
Dio ci chiama ad amare come Boaz ha amato Rut:
Con fedeltà, con rispetto, senza ipocrisia, con gesti concreti e misericordia silenziosa.
E ci chiama anche a riconoscere che noi siamo Rut: senza diritti, eppure accolti; stranieri, eppure amati; poveri, eppure seduti alla mensa del Re.
«Ama il tuo prossimo come te stesso»
-Matteo 22:39
«Come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri»
-Giovanni 13:34
Oh gloria a Dio, non è forse così anche con noi?
Quando Dio riversa la Sua infinita, sovrabbondante grazia su di noi, possiamo solo dire:
“Signore, non ne sono degno… ma Ti ringrazio!
Riconosco che mi ami, e non lo meritavo.
Grazie, Signore!”
Il senso profondo della storia di Rut e Boaz è proprio questo: imparare ad amare come Dio ama.
Boaz non si muove per tornaconto personale.
Non fa favoritismi, non cerca visibilità, non agisce per attrazione esteriore.
Il suo amore è generoso, rispettoso, silenzioso, misericordioso, santo. Ed è questo il tipo di amore che Dio vuole vedere anche in noi.
Non un amore condizionato, egoista, o finto.
Ma un amore che nasce dal cuore di Dio, che sa onorare, servire, proteggere e donarsi, anche quando non riceve nulla in cambio.
Un amore che riflette Cristo.
«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri»
-Giovanni 13:34
Dio non ci ha amati quando eravamo forti, santi o meritevoli.
Ci ha amati quando eravamo ancora peccatori.
E ci dice: “Così dovete amare anche voi.”
Allora il vero insegnamento di questa storia è un invito chiaro:
Ama come Boaz ha amato Rut.
Ama come Dio ti ha amato.
Non amare per farti vedere.
Non amare per ricevere.
Ama perché sei stato amato per primo.
«Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi, e camminate nell’amore»
-Efesini 5:1-2
Che ognuno di noi possa uscire da questa parola chiedendosi: “Sto amando come Dio vuole che io ami?”
Se no, torniamo a Lui, lasciamoci riempire dal Suo Spirito, e chiediamogli:
“Signore, metti in me il tuo amore.
Voglio amare come Tu ami.”
Dio vi benedica.
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Scritto da: Abramo Spina
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