Riflessioni Bibliche

Hai fede in Dio?

today31 Maggio 2025 2

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Passo di riferimento.

E, in quello stesso giorno, alla sera, disse loro: ‘Passiamo all’altra riva.’
E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca.
C’erano anche delle altre barche con lui.
E si scatenò una gran bufera di vento, e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che questa già si riempiva.
Egli stava dormendo a poppa, sopra un guanciale.
E lo svegliarono e gli dissero: ‘Maestro, non t’importa che noi periamo?’
Ed egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: ‘Taci, calmati!’
E il vento cessò, e vi fu gran bonaccia.
Poi disse loro: ‘Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?’
Essi furono presi da gran timore e si dicevano gli uni agli altri: ‘Chi è dunque costui, al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?

📖 Marco 4:35-41


Riflessione.

Tempeste improvvise nella vita

Spesso viviamo momenti come questi: tutto sembra andare bene, il cielo è sereno, ma all’improvviso arriva una tempesta.
Una malattia, una crisi improvvisa, una prova.
La nostra fede, come quella dei discepoli, si trova scossa.
Anche noi gridiamo al Signore: “Non vedi quello che mi sta succedendo?
Non ti importa?”

Eppure, Gesù stesso aveva dato l’ordine: “Passiamo all’altra riva.”
Se lo ha detto Lui, allora arriveremo.
Ma i discepoli, ancora deboli nella fede, non sapevano riposare nella Sua parola.
Quando le onde minacciarono la barca, si agitarono, dimenticando Chi era con loro.
Quando si sveglia, parla con autorità al vento e al mare, e tutto si calma.
Poi si rivolge ai discepoli con una domanda che attraversa i secoli fino a noi:

“Perché avete paura? Non avete ancora fede?”
Marco 4:40

Gesù non stava dormendo per indifferenza, ma per sicurezza.
Riposava perché sapeva che il Padre era al controllo.
Dormiva per mostrare che, anche se sembra assente, Dio è presente.
Le circostanze non devono governare la nostra fede.

I discepoli, presi da stupore, si chiesero:

“Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli ubbidiscono?”
Marco 4:41

Era proprio quella la lezione che Gesù voleva insegnare: che la fede non dipende dalla quiete intorno a noi, ma dalla fiducia in Chi è nella barca.
Le tempeste non demoliranno la nostra fede se è fondata su di Lui.


Tempeste che plasmano la fede

Dio permette certe tempeste non per distruggerci, ma per formarci.
È vero: ci sono tempeste che ci cerchiamo da soli  per colpa dei nostri errori, della testardaggine o del peccato.
Ma ce ne sono altre che Dio permette perché vuole farci crescere, insegnarci a riposare in Lui.

Una fede vera si costruisce proprio nel mezzo della tempesta.
Non si tratta solo di vedere il miracolo, ma di imparare a dormire nella pace, anche quando il miracolo non è ancora avvenuto.


Da pauroso a fiducioso: Pietro

Tra i discepoli che un tempo gridavano a Gesù nella barca c’era anche Pietro.
Era tra coloro che, in mezzo alla tempesta, dissero:

“Non t’importa che siamo perduti?”
Marco 4:38

Era impulsivo, istintivo, spesso travolto dalle emozioni. Ma Gesù lo stava formando.

Anni dopo, in Atti 12, troviamo un Pietro molto diverso.
Il re Erode, per accattivarsi il favore dei giudei, aveva già fatto uccidere Giacomo, fratello di Giovanni.
Vedendo che ciò piaceva al popolo, fece arrestare anche Pietro.
Era il periodo di Pasqua, e Pietro fu rinchiuso in prigione, sorvegliato da quattro squadre di soldati.
L’intenzione era quella di farlo comparire in pubblico e ucciderlo dopo la festa.

La situazione era disperata.
Pietro era legato con due catene, dormiva tra due soldati, e altre sentinelle sorvegliavano le porte del carcere.
La Chiesa, nel frattempo, pregava intensamente per lui.
Ma umanamente parlando, non c’era via di uscita.
Eppure, nella notte precedente al suo processo, accade qualcosa di sorprendente:

“In quella stessa notte, mentre Erode stava per farlo comparire in pubblico, Pietro dormiva fra due soldati, legato con due catene, e le sentinelle davanti alla porta custodivano il carcere.”
Atti 12:6

Pietro dormiva.
Proprio lui, che in passato si era agitato nella barca.
Ora, nel cuore di una tempesta ancora più grande  una prigione e una sentenza di morte imminente  lo troviamo che riposa.
Non gridava, non si agitava. Dormiva.
Aveva imparato a fidarsi.
Non perché la situazione fosse facile, ma perché aveva conosciuto Chi era con lui, anche nel silenzio.
E Dio, ancora una volta, non rimane a guardare:

“Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse, e una luce risplendé nella cella; l’angelo toccò il fianco di Pietro, lo svegliò e disse: ‘Alzati in fretta!’
E le catene gli caddero dalle mani.”
Atti 12:7

L’angelo gli dice di vestirsi e seguirlo.
Pietro, confuso, pensa di avere una visione.
Passano la prima e la seconda guardia… e arrivano alla porta di ferro che dava verso la città.
La porta si apre da sola. Pietro esce, e solo allora si rende conto che non stava sognando.

“Allora Pietro, rientrato in sé, disse: ‘Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei.’”
Atti 12:11

La Bibbia è piena di uomini e donne che hanno sperimentato la calma interiore mentre fuori tutto tremava.

Il Signore Gesù davanti Pilato:

Accusato ingiustamente, flagellato, insultato, Gesù non risponde con paura o rabbia.
Pilato gli dice: “Non sai che ho autorità di liberarti o di crocifiggerti?”
E Gesù, con calma, risponde:

“Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto.”
Giovanni 19:11

Stefano sotto le pietre:

Mentre viene lapidato, Stefano alza gli occhi al cielo e dichiara:

“Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio.”
Atti 7:56

E muore pregando:

“Signore, non imputare loro questo peccato.”
Atti 7:60

Paolo e Sila in prigione:

Dopo essere stati battuti e incatenati, invece di lamentarsi, lodano Dio:

“Verso la mezzanotte, Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano.”
Atti 16:25

La fede non è solo credere che Dio può agire,
ma è riposare in Lui anche quando ancora non ha fatto nulla.

Pietro non era solo nella cella.
Dio era lì con lui — come lo era stato nella barca.

E tu?
Forse oggi stai vivendo la tua prigione.
Forse ti senti incatenato, circondato da barriere, senza via d’uscita.
Forse Dio sembra silenzioso… e tutto ti spinge ad agitarti.
Ma non dimenticare:
Dio è con te nella cella, e le catene cadranno al momento giusto.
Gesù è nella barca.
E se è con te, la barca può essere scossa, ma non affonda.
La fede vera non si basa sulle circostanze,
ma sulla presenza di Dio, anche quando sembra tacere.
Impariamo anche noi a riposare come Pietro,
perché possiamo dire con certezza:

“Io so in chi ho creduto.”
2 Timoteo 1:12

E se Dio è nella barca…
arriveremo all’altra riva.

Dio vi benedica.


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Scritto da: Abramo Spina

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