Riflessioni Bibliche

La forza della consacrazione: La vittoria nella resa a Dio

today4 Novembre 2024 33

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Passo di riferimento.

Dopo questo si innamorò di una donna della valle di Sorec, che si chiamava Dalila.
I príncipi dei *Filistei salirono da lei e le dissero:
«Tentalo, e vedi da dove viene quella sua gran forza, e come potremmo prevalere contro di lui per giungere a legarlo e a domarlo; e ti daremo ciascuno millecento *sicli d’argento».
Dalila dunque disse a Sansone: «Dimmi, ti prego, da dove viene la tua gran forza e in che modo ti si potrebbe legare per domarti».
Sansone le rispose: «Se mi si legasse con sette corde d’arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualsiasi».
Allora i príncipi dei Filistei le portarono sette corde d’arco fresche, non ancora secche e lei lo legò con esse.
C’era gente che stava in agguato, da lei, in una camera interna.
Lei gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!» Egli ruppe le corde, come un filo di stoppa si rompe quando sente il fuoco.
Cosí il segreto della sua forza rimase sconosciuto.
Poi Dalila disse a Sansone: «Ecco, tu mi hai beffata e mi hai detto delle bugie; ora dimmi, ti prego, con che cosa ti si potrebbe legare».
Egli le rispose: «Se mi si legasse con funi nuove che non fossero ancora state adoperate, io diventerei debole e sarei come un uomo qualsiasi».
Dalila dunque prese delle funi nuove, lo legò e gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!»
C’era gente in agguato nella camera interna.
Egli ruppe, come un filo, le funi che aveva alle braccia.
Dalila disse a Sansone: «Fino ad ora tu mi hai beffata e mi hai detto delle bugie; dimmi con che ti si potrebbe legare».
Egli le rispose: «Se tesserai le sette trecce del mio capo con il tuo telaio».
Lei le fissò al subbio, poi gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!»
Ma egli si svegliò dal sonno e strappò via il subbio del telaio con l’ordito.
Lei gli disse: «Come fai a dirmi: “Ti amo”, mentre il tuo cuore non è con me?
Già tre volte mi hai beffata, e non mi hai detto da dove viene la tua gran forza».
La donna faceva ogni giorno pressione su di lui con le sue parole e lo tormentava.
Egli ne fu rattristato a morte e le aperse tutto il suo cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre; se mi tagliassero i capelli, la mia forza se ne andrebbe, diventerei debole e sarei come un uomo qualsiasi».
Dalila, visto che egli le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i príncipi dei Filistei e fece dire loro: «Venite su, questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore».
Allora i príncipi dei Filistei salirono da lei, e portarono con sé il denaro.
Lei lo fece addormentare sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece tagliare le sette trecce della testa di Sansone; cosí giunse a domarlo; e la sua forza lo lasciò.
Allora lei gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!»
Egli, svegliatosi dal sonno, disse: «Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò».
Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui.
I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di bronzo.
Ed egli girava la *macina nella prigione.
Giudici 16:4-21

 

 

Riflessione del giorno.

Leggiamo oggi la storia di Sansone, un uomo chiamato e consacrato a Dio fin dal grembo materno, scelto e benedetto con una forza straordinaria. Sansone non era forte solo nei muscoli, ma nella potenza che Dio gli aveva conferito, una forza che si manifestava in modo sovrannaturale contro i Filistei, nemici del suo popolo.
Per loro, Sansone rappresentava un ostacolo invincibile, una minaccia continua, poiché nessuna delle loro forze riusciva a prevalere contro di lui. Eppure, nonostante tutte le vittorie di Sansone, vediamo come, alla fine, l’inganno e la pressione costante portata avanti da Dalila lo condussero a perdere la sua forza, e, con essa, la sua consacrazione e il suo legame con Dio.

Proprio qui vediamo un’importante verità spirituale: così come Sansone era consacrato a Dio e riceveva da Lui una forza unica, anche noi, come credenti, siamo chiamati a una vita di consacrazione, di vicinanza a Dio, che è fonte della potenza di Dio in noi. Quando ci dedichiamo completamente a Lui, attingiamo a quella forza che ci sostiene nelle battaglie della vita.
Ma ricordiamoci che le nostre battaglie non sono contro carne e sangue, come ci avverte l’Apostolo Paolo:
“Il nostro combattimento non è contro carne e sangue, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” Efesini 6:12 .

La tentazione e l’oppressione esterna, rappresentate da Dalila nella storia di Sansone, ci ricordano che anche noi siamo spesso sotto pressione. L’avversario conosce bene i nostri punti deboli e cerca ogni varco per spogliarci della nostra consacrazione e della forza che Dio ci dà.
Questo passo della Scrittura ci mostra come Dalila tormentasse Sansone giorno dopo giorno, finché egli non cedette e rivelò il segreto della sua forza. Così anche noi, quando veniamo meno a quella vita di consacrazione e cadiamo sotto il peso delle pressioni, rischiamo di perdere quel legame che ci mantiene saldi e vittoriosi.

Sansone pensava di potersi liberare come le altre volte, confidava ancora nella sua forza.
Ma leggiamo: “Il Signore si era ritirato da lui”.
È un monito per tutti noi, perché quando ci separiamo dalla fonte della nostra forza, che è Dio, rimaniamo vulnerabili, esposti alla sconfitta. L’avversario cerca solo questo: separarci dal nostro Dio, sapendo bene che, finché siamo uniti a Lui, la battaglia è già vinta in nostro favore.

Eppure, anche nella prigionia, vediamo che i capelli di Sansone, simbolo della sua consacrazione, ricrescevano.
E quando Sansone, con cuore umile, prega Dio un’ultima volta, Dio lo ascolta.
Anche in questo ci è di esempio: se, in un momento di debolezza, abbiamo perso la nostra consacrazione o ci siamo allontanati dal nostro Dio, c’è sempre una via di ritorno.
Come ci assicura la Scrittura, “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità1 Giovanni 1:9. Dio, nella sua misericordia, risponde alla preghiera di Sansone, e, nella resa finale, Sansone ottiene una vittoria maggiore di tutte quelle della sua vita, facendo crollare il palazzo e sconfiggendo più nemici in quell’ultimo atto che in tutte le sue precedenti battaglie.

La resa di Sansone ci ricorda le parole del Signore: “Se il chicco di frumento, caduto in terra, non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto fruttoGiovanni 12:24.
E questa non è un’esortazione a una resa fisica, ma a una resa spirituale, a vivere per Dio, lasciando che Lui guidi ogni aspetto della nostra vita.
Infatti, come ci dice Gesù, “Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi seguaMatteo 16:24.

Oggi, voglio parlare a chi si sente tentato di cedere sotto il peso delle pressioni, a chi è stato vittima di inganni o ha smarrito la propria consacrazione.
C’è sempre speranza per chi si rivolge al Signore.
Dio è pronto a rinnovare la nostra forza e a restituirci il vigore spirituale necessario per affrontare le battaglie della vita.
A chi si consacra nuovamente a Lui, Dio promette una potenza che supera qualsiasi ostacolo, una forza che ci permette di restare fermi e fedeli.
Non lasciamoci rubare il dono della Sua presenza, ma restiamo vigili e saldi, confidando che, finché siamo uniti a Lui, niente e nessuno potrà prevalere contro di noi.

Dio vi benedica.

 

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Scritto da: Abramo Spina

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